MIRANDOLINA: Questo ferro è poco caldo. Ehi; Fabrizio? se l’altro ferro è caldo, p
CAVALIERE: Mi faccia questa grazia, tenga questa boccetta.
MIRANDOLINA: In verità, signor Cavaliere, dei regali io non ne prendo. (Con disprezzo
[94], stirando)CAVALIERE: Li ha pur presi dal Conte d’Albafiorita.
MIRANDOLINA: Per forza. Per non offenderlo. (
CAVALIERE: E me, vuole offendermi?
MIRANDOLINA: Che importa a Lei, se una donna La offende? Già le donne non le può vedere.
CAVALIERE: Ah, Mirandolina! Ora non posso dire così.
MIRANDOLINA: Signor Cavaliere, a che ora fa la luna nuova?
CAVALIERE: Il mio cambiamento non è lunatico. Questo è per la Sua bellezza, per la Sua gr
MIRANDOLINA: Ah, ah, ah. (
CAVALIERE: Ride?
MIRANDOLINA: Non lo vuole? Mi prende in giro!
CAVALIERE: Eh furbetta! La prendo in giro eh? Via, prenda questa boccetta.
MIRANDOLINA: Grazie, grazie. (
CAVALIERE: La prenda, o mi farà andare in collera
[95].MIRANDOLINA: Fabrizio, il ferro. (
CAVALIERE: La prende, o non la prende? (
MIRANDOLINA: Furia, furia. (
CAVALIERE: La getta così?
MIRANDOLINA: Fabrizio! (
Scena quinta
Fabrizio col ferro, e detti.
FABRIZIO: Son qua. (
MIRANDOLINA: È caldo bene? (
FABRIZIO: Signora sì. (
MIRANDOLINA: Che c’è? (
FABRIZIO: Niente, padrona, niente.
MIRANDOLINA: Hai male? (
FABRIZIO: D
MIRANDOLINA: In verità, ho paura che hai male. (
CAVALIERE: Via, gli dia il ferro, e lui se ne andrà.
MIRANDOLINA: Gli voglio bene, sa Lei? È il mio cameriere fidato. (Al Cavaliere.)
CAVALIERE: (Non posso più). (
MIRANDOLINA: Tieni, caro, sc
FABRIZIO: Signora padrona.. (
MIRANDOLINA: Via, via, presto. (
FABRIZIO: (Che vivere è questo?
[100] Sento che non posso più) (Scena sesta
Il Cavaliere e Mirandolina.
CAVALIERE: Signora, tratta troppo bene il Suo cameriere!
MIRANDOLINA: E per questo, che cosa vorrebbe dire?
CAVALIERE: Si vede che è innamorata.
MIRANDOLINA: Io innamorata di un cameriere? Mi fa un bel complimento, Signore; non sono di così cattivo gusto io. (
CAVALIERE: Lei merita l’amore di un re.
MIRANDOLINA: Del re di spade, o del re di coppe? (
CAVALIERE: Parliamo sul serio, Mirandolina, e lasciamo gli scherzi.
MIRANDOLINA: Parli pure, che io l’ascolto. (
CAVALIERE: Non potrebbe per un poco lasciar di stirare?
MIRANDOLINA: Oh perdoni! Mi preme stirare questa biancheria per domani.
CAVALIERE: dunque quella biancheria importa più di me?
MIRANDOLINA: Sicuro. (
CAVALIERE: E ancora lo conferma?
MIRANDOLINA: Certo. Perché di questa biancheria mi servirà, e di lei no. (
CAVALIERE: No, anzi!
MIRANDOLINA: Eh, ma Lei non può vedere le donne.
CAVALIERE: Non mi tormenti più. Si è vendicata abbastanza. Stimo Lei, stimo le donne che sono della Sua sorte, anche se non ce ne sono. La stimo, La amo, e Le domando pietà.
MIRANDOLINA: Sì signore. (Stirando in fretta, si fa cadere un manic
CAVALIERE (
MIRANDOLINA: Grazie.
CAVALIERE: Lei merita di esser servita.
MIRANDOLINA: Ah, ah, ah. (
CAVALIERE: Ride?
MIRANDOLINA: Rido, perché mi prende in giro.
CAVALIERE: Mirandolina, non posso più.
MIRANDOLINA: Che c’è?
CAVALIERE: Sì, mi gira la testa.
MIRANDOLINA: Tenga il suo spirito di melissa. (
CAVALIERE: Non mi tratti con tanta asprezza. Mi credi, La amo, Glielo giuro. (Vuol prenderle la mano, ed lei con il ferro lo scotta.) Ahimè!
MIRANDOLINA: Perdoni: non l’ho fatto apposta.
CAVALIERE: Pazienza!
[101] Questo è niente. Mi ha fatto una scottatura più grande.MIRANDOLINA: Dove, signore?
CAVALIERE: Nel cuore.
MIRANDOLINA: Fabrizio. (
CAVALIERE: Per carità
[102], non lo chiami.MIRANDOLINA: Ma se ho bisogno dell’altro ferro.
CAVALIERE: Aspetti… (ma no…) chiamerò il mio servitore.
MIRANDOLINA: Eh! Fabrizio… (Vuol chiamare Fabrizio)
CAVALIERE: Giuro al cielo, se viene questo, gli spacco la testa.